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Produzione ortofrutticola



Il territorio del comune è da lunga data votato all’ortofrutticoltura, specializzazione acquisita in modo particolarmente marcato negli ultimi 40 anni.

Descrizione

Le peculiari caratteristiche pedoclimatiche della zona e le limitate dimensioni delle aziende a conduzione tipicamente famigliare hanno concorso fin da principio alla determinazione di scelte di tipo intensivo , dimostratesi efficaci sia dal punto di vista tecnico sia da quello finanziario. Il continuo sviluppo cui il settore è andato incontro negli anni ha di fatto portato positive conseguenze sull’intero sistema economico delle aree interessate.

Il nome stesso di Borgo d’Ale evoca le sfumature dei peschi in fiore a primavera ed il profumo dei loro frutti durante i mesi della raccolta estiva. E davvero la storia del nostro paese e quella delle pesche si intrecciano din dalla notte dei tempi!

Infatti già manoscritti del 1605 tratti dall’archivio storico comunale attestano l’importanza e la tutela della raccolta dimostrata anche dalle pesanti ammende fissate in caso di furto dei preziosi frutti. Ma è a fine 1800 che, dalle Americhe proviene il materiale genetico che darà vita ad una razionale coltivazione peschicola per abbandonarla in seguito ad attacchi parassitari ed al conseguente deperimento degli alberi.

L’attività riprende intorno al 1920 e prospera tanto che, nel 1932 l’allora podestà locale istituisce un mercato stagionale per la commercializzazione del prodotto sito in piazza Verdi nelle giornate di mercoledì e domenica.

Al 1937 risale la prima “Sagra del Pesco” con annessa mostra delle più rinomate varietà a polpa gialla e bianca: Aurora, Bella di Borgo d’Ale, Red Itaven, Michelini, Morettini, Vellutata, Dantin.

Nel secondo dopoguerra si afferma la vendita quotidiana di pesche in vari punti del paese, sopratutto nei mercatini rionali di S. Antonio, Consolata e Strà Bianzè mentre Borgo d’Ale si avviava ad essere riconosciuto dalla regione come Centro Piemontese delle Pesche. L’aumento progressivo e massiccio della produzione rende necessario l’individuazione di un centro unico di raccolta e commercializzazione dei prodotto e, nel luglio 1967, viene inaugurato ufficialmente il Mercato Ortofrutticolo di Stà Bianzè con un ampiezza iniziale di 12.000 metri quadrati di cui 1.700 coperti, dotato di peso e servizi.

Acquirenti e grossisti aumentano così come la popolarità del frutto celebrato, ogni anno, dal concorso nazionale di pittura “La Pesca d’Oro”. Negli stessi anni, per iniziativa di privati nasce il Borgofrigor impianto frigorifero per la conservazione della frutta mentre si inseriscono nuove produzioni: asparagi, zucchine, mele, pere, susine, uva e, nel 1974 fanno la loro prima comparsa impianti di kiwi destinati a spodestare, nel tempo, il primato dei pescheti.

A tutela della produzione ortofrutticola borgodalese nasce, nel 1986, la Cooperativa Borgofrutta e, 4 anni dopo, si concludono i lavori per la costruzione di 4.900 metri quadrati di tettoie metalliche di copertura che rendono ancora più fruibile l’area mercatale di Strà Bianzè.

Oggi la struttura ospita, ogni terza domenica del mese, uno tra i più ampi e frequentati Mercatini del Piccolo Antiquariato del Nord Italia.

Infine, non bisogna dimenticare altre tre importanti e rinomate produzioni agroalimentari tipiche del paese quali, tra i prodotti dolciari, i canestrelli e i bicciolani e ancora, tra i salumi, il salam patata; ricette antiche le cui origini spesso risultano ignote ai produttori stessi ma che vengono ancora oggi gelosamente conservate e sapientemente riproposte dagli artigiani locali per la felicità di tutti i buongustai.



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